Il poemetto, scritto da Agostino della Sala Spada, descrive una rissa tra ebrei del ghetto di Moncalvo nella piazza principale del paese, davanti al negozio del parrucchiere, che è ancora oggi vicino alla sinagoga.
Alla rissa, per futili motivi, partecipano personaggi e famiglie evidentemente molto conosciuti a quel tempo: è probabile che il ghetto, dopo molti anni, ridesse ancora di questi eventi. Anche gli abitanti cattolici di Moncalvo parteciparono alla rissa, schierandosi con questa o quell'altra famiglia. Il piccolo poema è scritto nel rozzo dialetto di Moncalvo, con frequenti inclusioni di parole ebraiche "piemontesizzate". Non è noto il periodo esatto durante il quale la memorabile battaglia venne combattuta. Tuttavia è interessante l'arrivo dei francesi (Sarfatim) che potrebbe collocare i fatti durante il periodo dell'occupazione: (rivoluzione francese? Periodo post Napoleonico?)
E' possibile altresì che dopo lunghi anni di occupazione "poliziotto" e "francese" si identificassero. Per la storia delle parole, Sarfatim = francesi (ma qui, forse, poliziotti), viene da Sarfat (leggendario progenitore di francesi secondo la Genesi) Sta di fatto che l'arrivo dei "Sarfatim" calma ogni spirito di rivalsa tanto che ebrei e cristiani, nascosti i segni delle percosse e i danni ai negozi, fingono di vivere nella più assoluta concordia, salutando in modo magniloquente e cerimonioso gli sgherri sospettosi che sfilano nella piazza: "Baruchabbà" vuol dire "Benvenuti"!
Qui potete leggere il testo
Qui potete tornare all'intervista a Primo Levi
GLOSSARIO:
Tanhanà = litigato
Macot = botte
Narel = cattolico
Camor = asino
Memzer = bastardo
Zarfatim = francesi (o poliziotti?)
Tacourim = emorroidi ?
Nainè, nainè = guardate, guardate
Lactì, Lactì = scappate, scappate
Lactuma = scappiamo
Tafus = prigione
Macada = botte
Baracut = benedetto
Sarot= disgrazie
Ansanaranà = al diavolo
Manot = soldi
Baruccabbà adonai = benedetto sia tu che vieni, Dio mio
mercoledì 11 aprile 2007
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