mercoledì 11 aprile 2007

La Gran Battaja d'j Abrei d'Moncalv

Il poemetto, scritto da Agostino della Sala Spada, descrive una rissa tra ebrei del ghetto di Moncalvo nella piazza principale del paese, davanti al negozio del parrucchiere, che è ancora oggi vicino alla sinagoga.
Alla rissa, per futili motivi, partecipano personaggi e famiglie evidentemente molto conosciuti a quel tempo: è probabile che il ghetto, dopo molti anni, ridesse ancora di questi eventi. Anche gli abitanti cattolici di Moncalvo parteciparono alla rissa, schierandosi con questa o quell'altra famiglia. Il piccolo poema è scritto nel rozzo dialetto di Moncalvo, con frequenti inclusioni di parole ebraiche "piemontesizzate". Non è noto il periodo esatto durante il quale la memorabile battaglia venne combattuta. Tuttavia è interessante l'arrivo dei francesi (Sarfatim) che potrebbe collocare i fatti durante il periodo dell'occupazione: (rivoluzione francese? Periodo post Napoleonico?)
E' possibile altresì che dopo lunghi anni di occupazione "poliziotto" e "francese" si identificassero. Per la storia delle parole, Sarfatim = francesi (ma qui, forse, poliziotti), viene da Sarfat (leggendario progenitore di francesi secondo la Genesi) Sta di fatto che l'arrivo dei "Sarfatim" calma ogni spirito di rivalsa tanto che ebrei e cristiani, nascosti i segni delle percosse e i danni ai negozi, fingono di vivere nella più assoluta concordia, salutando in modo magniloquente e cerimonioso gli sgherri sospettosi che sfilano nella piazza: "Baruchabbà" vuol dire "Benvenuti"!

Qui potete leggere il testo
Qui potete tornare all'intervista a Primo Levi

GLOSSARIO:

Tanhanà = litigato
Macot = botte
Narel = cattolico
Camor = asino
Memzer = bastardo
Zarfatim = francesi (o poliziotti?)
Tacourim = emorroidi ?
Nainè, nainè = guardate, guardate
Lactì, Lactì = scappate, scappate
Lactuma = scappiamo
Tafus = prigione
Macada = botte
Baracut = benedetto
Sarot= disgrazie
Ansanaranà = al diavolo
Manot = soldi
Baruccabbà adonai = benedetto sia tu che vieni, Dio mio